Une belle petite histoire

Les belles histoires appartiennent à tout le monde. La suivante, je l’ai trouvée dans un livre – Écrire Zen, par Natalie Goldberg – et j’ai décidé de le ramener ici parce que, dans sa simplicité, elle a été un moment de sérénité au coeur d’une journée frénétique.

«Un été, j’étais garde forestier pendant quatre mois dans l’Oregon, et pendant tout ce temps, j’ai vécu seul. Comme il n’y avait pas d’âme vivante, j’étais pratiquement sans vêtements. J’ai vécu au cœur de la forêt. À la fin de l’été, j’étais très bronzé et très calme. À la fin d’août, j’étais accroupi pour cueillir des baies dans un buisson, et soudainement j’ai senti une langue me lécher l’épaule. Lentement j’ai tourné la tête. C’était une cerf, qui a léché ma sueur de mon dos! Je me suis arrêté, alors la biche s’est tenue près de moi, et nous avons mangé les baies de ce buisson dans le silence. J’ai été stupéfié qu’un animal pourrait avoir tellement confiance en moi.”

A great short story

Beautiful stories belong to everyone. Here is one that I found in a book – Writing down the bones, by Natalie Goldberg – and I immediately loved it. In its simplicity, it was a moment of beauty on a hectic day.

 

“One summer I was a forest ranger for four months in Oregon. For all that time I lived alone, and since there was not a living soul around, I was practically without clothes. I lived in the heart of the forest. By the end of the summer I was very tanned and very calm. At the end of August, I was crouched down to pick berries from a bush, and suddenly I felt a tongue licking my shoulder. Slowly I turned my head. It was a doe, who licked my sweat from my back! I stood still, then the doe stood beside me, and we both ate the berries of that bush in silence. I was amazed that an animal could have so much confidence in me.”

Una bella storia breve

Le belle storie appartengono a tutti. Quella che segue l’ho trovata in un libro e ho deciso di riportarla qui perchè, nella sua semplicità, mi è piaciuta un sacco.

“Un’estate ho fatto la guardia forestale per quattro mesi, nell’Oregon. Per tutto quel tempo ho vissuto da solo, e siccome in giro non c’era anima viva, me ne stavo praticamente senza vestiti. Vivevo nel cuore della foresta. Alla fine dell’estate ero abbronzatissimo e calmissimo. Si era alla fine di agosto e io ero accovacciato a raccogliere delle bacche da un cespuglio. Ad un tratto ho sentito una lingua che mi leccava la spalla, e lentamente ho girato la testa. Era una cerva, che mi leccava il sudore dalla schiena! Restai immobile. Poi la cerva si mise accanto a me, e tutti e due mangiammo in silenzio le bacche di quel cespuglio. Ero stupefatto! Che un animale potesse avere tanta fiducia in me”.

Napoli: disastro o capolavoro?

Riporto un bell’articolo di Diego De Silva su una città che, come molti dei suoi, odio e amo.

Grazie a Martina Russo per avermelo fatto scoprire.

Napoli: disastro o capolavoro?
Elena Ferrante e Gomorra, Paolo Sorrentino e Pino Daniele, i tour sulle tracce dei camorristi televisivi e la gente comune che si ribella ai cliché : Napoli è al centro di un’ondata di film, romanzi, serie tv. L’ossessione collettiva è spiegarne l’identità. Ma nessuna opera d’arte o inchiesta riesce a catturarla. Non è questa l’essenza della seduzione?

(per l’articolo completo puoi cliccare qui).

Napoli: disastro o capolavoro?

Interrompo un lungo silenzio riportando un bell’articolo di Diego De Silva, apparso sul  Corriere della Sera, su una città che come molti dei suoi odio e amo.

Grazie a Martina Russo per avermelo fatto scoprire.

Napoli: disastro o capolavoro?
Elena Ferrante e Gomorra, Paolo Sorrentino e Pino Daniele, i tour sulle tracce dei camorristi televisivi e la gente comune che si ribella ai cliché : Napoli è al centro di un’ondata di film, romanzi, serie tv. L’ossessione collettiva è spiegarne l’identità. Ma nessuna opera d’arte o inchiesta riesce a catturarla. Non è questa l’essenza della seduzione?

(per l’articolo completo puoi cliccare qui).