Da come mi guarda sembra che io sia stato colpito da una malattia rara e disgustosa. “Gian”, mi dice. “Hai fatto la pancia!”
Seguo il suo sguardo. In effetti, il cotone leggero della polo è languidamente adagiato sopra la linea convessa dei miei addominali. Ebbene sì, in quest’epoca in cui la fighitudine è asciutta, io mi sono permesso di metter su una pancia a dir poco irriverente.
“Devi fare un po’ di sport.”
Lo faccio, lo sport.
“Non ne fai abbastanza”.
Invece sì, ne faccio abbastanza.
“Ma allora scusa”, scuote la testa. “Com’è possibile?”
Be’, se proprio me lo chiedi…
Mi piacciono i cornetti crema e amarena, quelli che qui a Milano chiamano brioche, e anche quelli al cioccolato. Mi piacciono il caffè con lo zucchero, il latte coi biscotti, le tavolette di cioccolato fondente, i dolci con la panna e il gelato a stracciatella. Mi piace la pasta con il sugo, anzi, con tutti i sughi possibili, e potrei sparare a qualcuno se mi togliesse il piatto prima che io abbia finito la scarpetta. Mi piacciono la pizza con la salsiccia ed i friarielli, la carne, il pesce, la parmigiana di melanzane, il formaggio, i salumi, le patatine fritte. Mi piacciono il vino e la birra e non conosco un modo migliore di passare una serata che bere un bicchiere in compagnia. Va be’, qualcuno lo conosco, ma non è il momento.
Quindi, come dire, puoi tenerti le insalate, i piattini con la frutta e le verdure, i frullati, i passati, i centrifugati e, tanto per fare la rima, i tuoi petti di pollo emaciati; tieniti le diete, le tabelle nutrizionali, i valori del colesterolo; tieniti pure le tartarughe scolpite e le altre specie di rettili e anfibi; tieniti i tuoi muscoli guizzanti, il torace depilato, le domeniche alla Virgin e la collezione di ragazze dalle cosce elastiche attaccata alla cintura. Insomma, tieniti tutto, se proprio ci tieni, ma ora, se non ti dispiace, levati dal cazzo e lasciami finire di mangiare!