L’inverno è arrivato ma era meglio di no?

Confesso che a me la settima stagione di Game of Thrones è piaciuta. Certo, i puristi potranno averla trovata più scontata e banale rispetto alle precedenti, più prevedibile. Non ci sono morti illustri, tanto per cominciare, a meno di non voler considerare tali la morte di Viserion, con il suo relativo passaggio al lato oscuro, e il crollo della barriera con cui si chiude la stagione. Pure, comunque, non mi sembrano cotiche.

Anche le vicende dei personaggi sono andate tutte più o meno nella direzione che noi spettatori ci aspettavamo, o ci auguravamo (andiamo, chi non ha fatto il tifo perché Jon e Daenerys si facessero il filo?), e anche questa è una prima volta.

Credo che il cambio di rotta, evidente rispetto alle passate stagioni, sia dovuto all’esaurimento dei romanzi. A quanto pare, infatti, con questa stagione gli eventi della serie hanno superato quelli presenti nel ciclo di Martin, e questo ha rappresentato per alcuni un “abbassamento” dei toni e della qualità. Io tuttavia non sarei così severo.

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